Da Dedalo, a Leonardo, al Gossamer Albatross: il volo a propulsione umana, utopia realizzata.
L’incontro si terrà in modalità telematica sulla piattaforma zoom al seguente indirizzo:
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ID riunione: 873 9268 7843
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Il 12 giugno 1979, Bryan Allen attraversò la Manica da Folkestone a Cap Gris Nez (35,6 km) alla velocità media di 12,6 km/h su un aereo, il Gossamer Albatross, mosso esclusivamente dalla forza dei suoi muscoli. Il 23 aprile 1988, Kanellos Kanellopoulos attraversò il braccio di mare che separa Creta dall’isola di Santorini (118 km) alla velocità media di 303 km/h, su un aereo a propulsione umana, appropriatamente denominato Daedalus. Questi successi spettacolari affondano le loro radici in una plurimillenaria tradizione di pensiero che, per il mondo occidentale, risale al mito di Dedalo e Icaro e che, integrando fantasia creativa, rigore analitico e capacità tecniche ha reso possibile la realizzazione di quell’utopia che l’uomo da sempre covava in sé: volare con la sola forza dei propri muscoli. Tralasciando la fase mitologica e le osservazioni di Aristotile (384-322 a.C.), i primi studi sul volo animale risalgono a Leonardo (1452-1519) i cui appunti sono condensati nel Codice sul volo degli uccelli. Invano: i tempi non sono maturi. Nel 1679, Giovanni Alfonso Borrelli, nel De motu animalium, argomenta che: i) deve esistere un peso limite al di sopra del quale nessun animale costruito secondo le linee con cui Madre Natura ha costruito gli uccelli potrà mai levarsi in volo e ii) i muscoli degli arti superiori dell’uomo non sono sufficienti a consentirgli di volare imitando gli uccelli. Negli anni ’50 del secolo scorso, Douglas Wilkie (1922-1998) dimostra che, mentre la potenza meccanica minima necessaria al volo aumenta di più della massa dell’animale (i.e. con la massa elevata ad un esponente di ca 1,17), la massima potenza che i muscoli dell’animale possono sviluppare aumenta di meno della massa stessa (i.e. con la massa elevata a un esponente di quasi 0,79). Ciò dimostra quantitativamente l’ipotesi antesignana, ma solo qualitativa, del Borrelli, che cioè anche se l’uomo potesse azionare con una grossa frazione della sua massa muscolare ali costruite secondo le regole di Madre Natura, potrebbe volare al massimo per una manciata di secondi. Questo stato di cose, insieme al progressivo aumento delle conoscenze sulla meccanica dei fluidi ed alla concreta realizzazione del volo a motore, dovuto all’opera dei fratelli O. e W. Wright (1901-1903), consentirà infine al gruppo coordinato da Paul McCready la traversata della Manica nel 1979 e, grazie alle stesse linee di pensiero, alla realizzazione del mito: il volo di Dedalo dall’isola di Creta alla terraferma greca.