L’invenzione del nemico islamico e la costruzione culturale della alterità (XVXVII sec.)
(Ciclo di Storia delle Religioni)
L’incontro si terrà in modalità telematica sulla piattaforma zoom al seguente indirizzo:
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ID riunione: 871 7769 7718
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e sarà consultabile anche sul canale youtube dell’associazione
Si è detto – e ancor oggi si ripete di frequente – che c'è stato un tempo in cui gli infedeli sono stati sul punto di conquistare l'Europa intera, fare strage di cristiani e insediarsi a Roma, ponendo così le basi di un dominio politico e religioso illimitato. Si è anche detto che furono le armate cattoliche, che a Lepanto inflissero una sconfitta memorabile ai Turchi nel 1571, a salvare il continente, la sua cultura, la sua religione. Ma questa è una visione del tutto approssimativa perché i rapporti tra cristiani e islamici, in particolare tra europei e Ottomani, sono stati al tempo stesso proficui e conflittuali, segnati dal rigetto e dalla comprensione, dall'emulazione e dal rifiuto. Da parte cristiana gli infedeli furono infatti soprattutto studiati e ammirati, e non solo combattuti.
Altrettanto dicasi degli islamici: essi svilupparono infatti un interesse profondo per l'occidente cristiano e le sue istituzioni politiche, che cercarono perfino in più occasioni di emulare; non si dimentichi che Istanbul fu da loro considerata come la nuova Bisanzio e il potere sultaniale come una continuazione di quello imperiale bizantino, e dunque romano.
E anche quando, dopo guerre sanguinose, essi riuscirono a insediarsi nei Balcani, il loro atteggiamento fu improntato a grande realismo e apertura verso le dominanti di provenienza e osservanza bizantina.
In questa conferenza Roberto Mancini propone una riflessione al di là di molti luoghi comuni su quali sono stati i sentimenti che in proposito hanno pervaso gli europei, su come e perché sono nati nei secoli cruciali XV e XVII, riflettendo sulle categorie di giudizio, le forme e le strategie che sono state approntate per rapportarsi allo straniero.

