Ludwig Van Beethoven: fra la luce del sé e gli inferi dell’ego.
Ludwig Van Beethoven è più che musicista, seppure di enorme caratura: è una icona in senso culturale e storico. Non è un caso sia uno dei pochissimi grandi autori classici la cui musica e la cui figura stessa sono state utilizzate anche in campi espressivi non strettamente musicali quali il teatro, il cinema, video pubblicitari, perfino i fumetti. Ciò è dipeso e dipende da vari fattori, dove non si escludono anche fasi relative a mode culturali con le loro regole e capacità di cristallizzazione, semplificando spesso una lettura che avrebbe dovuto essere il più corretta e approfondita possibile e consegnando l’arte e l’artista al glamour ed al personaggio. Beethoven ingegno e uomo costituiscono, invece e di più, una formidabile occasione per leggere - pur nella eccezionalità del caso - la storia di una trasformazione epocale nel sentire umano, dove l’arte musicale (e non solo) diviene tentativo di raggiungimento (e superamento?) del sublime. Attraverso l’ascolto di alcuni frammenti di opere di valore epocale del compositore si cercherà di tratteggiarne la complessa psicologia creativa ed esistenziale nel segno di una particolare attenzione alla trasformazione dell’ Hybris nel problematico passaggio dell’epoca classica a quella romantica.