Matrilineare, Patrilineare. Calvino e i suoi genitori: storie, saperi, paesaggi
«Mario Calvino nacque a Sanremo il 26 marzo 1875, in una villetta (“Terralba”) seminascosta tra olivi e Phoenix Canariensis, abbellita da uno dei pochi giardini di allora con oleandri, pelargoni e ortensie, affiancata dall’immancabile vigna e dall’agrumeto». È Eva Mameli, moglie di Mario, a descrivere il luogo e la sua vegetazione per introdurci all’uomo.
Anche per raccontare Italo Calvino è giusto cominciare dai luoghi e dalle storie dei suoi genitori. Quella villetta in un folto di palme e alberi di ulivo si chiamava «Terralba». Nell’estate del 1951, quando Calvino scrive Il visconte dimezzato chiamando Medardo di Terralba il suo eroe, già da qualche mese suo padre è in stato vegetativo per un ictus. Il nome Terralba è l’omaggio a una metà della sua origine.
Matrilineare, patrilineare: da entrambe le metà della sua origine, dalla madre Eva e dal padre Mario, si può ricomporre l’avventura di Italo Calvino, come è descritta in Calvino fa la conchiglia, che Domenico Scarpa ha pubblicato con Hoepli nell’aprile dell’anno scorso, un libro-sfera e un libro-mosaico. Per tutta la vita Calvino ha fatto una conchiglia, per tutta la vita ha costruito con i suoi racconti, i suoi saggi, i suoi romanzi, i suoi testi di genere inafferrabile, la gioia fisica e mentale di chi legge. Per tutta la vita non ha mai interrotto la costruzione di se stesso. A cento anni dalla sua nascita è il momento di raccontare questa storia, e di raccontarla tutta quanta. È per questo che il libro ha per sottotitolo La costruzione di uno scrittore.