titolo conferenza:

Mode e gusto nel Friuli asburgico

(Progetto Identità Culturale del Friuli)

La conversazione si dipanerà tra Settecento ed Ottocento proponendo una lettura alternativa della ritrattistica del tempo, cogliendo, nella messa in scena orchestrata ad uso di contemporanei e posteri, i tratti distintivi delle mode correnti. Vanità delle vanità? In parte, ma anche l’occasione per mettere in luce aspetti importanti della storia economica del territorio, come la produzione e la tessitura della seta nelle Contee di Gorizia e Gradisca; la lavorazione del merletto, giunta a Gorizia a fine Seicento grazie alle intraprendenti madri Orsoline. La moda dei ceti elevati veniva elaborata nelle grandi capitali d’Europa e veicolata da figurini di moda, gazzette, resoconti di viaggio. Per cui non deve stupire che le stravaganti acconciature ideate dal parrucchiere Leonard per la regina Maria Antonietta venissero copiate dalle dame goriziane, come la contessa Marianna Posarelli. La circolazione di idee e mode era molto ampia nel secolo cosmopolita e, in quello successivo, i dettami della moda parigina raggiungevano Vienna e si riverberavano a Gorizia. Ne fanno fede le centinaia di Modebilder der Theaterzeitung confluite nelle raccolte dei Musei Provinciali di Gorizia, le cui mode di poco si discostano da quelle parigine. Maggiore personalità rivelano i costumi popolari, realizzati in cascami di seta, che sorprendono per vivacità degli accostamenti cromatici: rosso e verde, viola, azzurro e rosso, blu e rosso. Sono abiti quadrettati e rigati, echeggiando con questi semplici, ma d’effetto, decori a telaio le mode dei ceti elevati che si materializzavano in luminosissimi taffetas. Proprio la trasversatilità e la versatilità di alcuni decori tessili ha fornito la chiave per il nuovo allestimento del Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia che, il 3 dicembre 2019 festeggia i primi vent’anni di vita. Focus, dunque, su righe, quadri e fiori declinati su abiti, borse, cappellini, fazzoletti, veli e infiniti altri accessori. La conferenza sarà l’occasione per qualche anticipazione sulle novità di uno dei principali musei dedicati alla moda.

 

Raffaella Sgubin

Storica del costume, dal 2000 al 2016 è Sovraintendente ai Musei Provinciali di Gorizia, realtà sfaccettata che annovera una Pinacoteca, un Museo della Grande Guerra, un Museo della Moda e delle Arti Applicate, un Archivio Storico e una Biblioteca Provinciale. Tra le mostre organizzate ricordiamo Abitare il Settecento, Il Segno degli Asburgo, Immagini e simboli dalla regalità al quotidiano, Roberto Capucci. Creatività oltre i confini della moda, Caleidoscopio Missoni, Belle Epoque Imperiale, L’Atelier degli Oscar. I costumi della sartoria Tirelli per il grande cinema, Futurismo Moda Design. La ricostruzione futurista dell’universo quotidiano.

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Raffaella Sgubin

Dal 2016 è Direttore del Servizio Musei e Archivi storici di ERPAC (Ente Regionale per il patrimonio culturale della Regione Friuli-Venezia Giulia) che comprende sia i Musei Provinciali di Gorizia sia il Museo della vita contadina Diogene Penzi di San Vito al Tagliamento e il Museo dell’emigrazione di Cavasso Nuovo. Tra le ultime mostre curate si segnala Occidentalismo. Modernità e arte occidentale nel kimono della Collezione Manavello.