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Tito Maniacco, un maestro

 

(Progetto Identità culturale del Friuli )

 

Tito Maniacco. Intellettuale, scrittore, pittore, maestro Nato a Udine nel 1932, visse nei borghi Villalta e Gemona l’infanzia e l’adolescenza. Di cultura vasta, internazionale, anticonformista, entrò giovanissimo nella FIGC e poi nel PCI, restandovi fino al 1985. Fu consigliere e capogruppo comunale, riservando particolare attenzione ai temi dell’autonomia e dell’identità friulana. Poeta ed artista allo stesso tempo, frequentò il gruppo di poeti che faceva capo alle riviste «Momenti» e «la situazione» (Cerroni, Paolini, Morandini, Cerroni Cadoresi). Fu presidente del Circolo culturale Elio Mauro che si occupò per la prima volta in Friuli di Tina Modotti e portò a Udine il Mistero buffo di Dario Fo e il grande poeta Rafael Alberti. La sua attività letteraria - poetica, narrativa e saggistica - si estende dal 1958 al 2009, anno in cui pubblicò il volume Oltris, suo ultimo libro di poesie, l’unico in friulano. La sua opera fu sempre caratterizzata dalla capacità di penetrazione, assimilazione e mimesi di culture, generi e stili diversi. Di lui scrisse Carlo Sgorlon : « I suoi lettori … gli devono essere grati perché sia nelle liriche sia nella narrativa ha saputo dotare di leggerezza incantata i suoi fondamentali filosofici, l’hegelismo, il razionalismo, lo storicismo marxista». Patriarca nella nebbia, Mestri di mont, Figlio del secolo e Oltris si distinguono dalle altre sue opere per una dimensione più intima, catartica, tra memoria e bilancio, tra introspezione e confessione; non senza accenti commossi, lo scrittore si rivela nella sua piena umanità. Morì a Udine il 22 gennaio 2010.

Mario Turello

Saggista e critico letterario, è autore di articoli e saggi apparsi su quotidiani, periodici e rivista culturali. Si è occupato in particolate do Gianni Rodari, Italo Calvino, Umberto Eco, Primo Levi, Mircea Eliade, Aldous Huxley e della produzione letteraria del Friuli Venezia Giulia.

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Mario Turello

In volume ha pubblicato due monografie su Giulio Camillo Delminio, indagando sui rapporti tra la mnemotecnica rinascimentale e l’informatica, e ha curato l’opera omnia del poeta barocco Ludovico Leporeo.