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Un passato di violenza, un futuro di unione. Cristiani attraverso la storia

Divenuto in breve religione ufficiale, il cristianesimo oltre a sancire il confine fra ortodossia ed eresia, ha anche preso in mano la spada. È il risultato della commistione con lo Stato di una religione che si afferma come portatrice dell’unica verità ed in grado di sostenerla con le armi e con il sangue.
Nè è manifestazione, tra il Cinquecento e la prima metà del Seicento, lo scontro tra protestantesimo e cattolicesimo, che dilania mezza Europa e innalza roghi e tribunali in gran parte del continente. Per parlarne dobbiamo sia pur brevemente risalire al XIII secolo, alla nascita degli ordini mendicanti e dei tribunali inquisitoriali, alla terribile crociata degli Albigesi, vero e proprio presagio delle successive guerre di religione, in cui com’è noto si uccidevano gli eretici al grido di “Uccidete, uccidete, Dio riconoscerà i suoi!”.
Le guerre di religione, che a partire dagli anni Venti del Cinquecento fino alla fine della guerra dei Trent’Anni insanguinano l’Europa e in particolare la Germania ove Lutero ha lanciato la sua Riforma, sono caratterizzate dal divenire vere e proprie guerre, in cui il movente ideologico si mescola variamente a quello politico, sociale, economico. A ciò si affincano numerosi conflitti tra ortodossia ed eresia nell’intera
Europa Sono vicende caratterizzate dalla violenza con cui si combatte per la propria fede, una violenza di cui Natalie Zemon Davis ha messo in rilievo i nessi con la spinta religiosa. Nè è esempio il massacro della notte di San Bartolomeo, in Francia, non
unico eccesso di crudeltà, che esprime soprattutto la credenza nel proprio Dio.
Solo quando alla religione, è tolta di mano la spada, e l’intreccio col potere, la politica, la società, si allenta (perché mai del tutto si scioglie) sarà libera di guardare al rapporto degli esseri umani col loro Dio senza sentirsi obbligata ad imporlo. Con molta lentezza, si avvierà così il processo che porta in direzione dell’ecumenismo, del riconoscimento pieno di quanti fino a non molto tempo fa sono stati visti come nemici. Per i cristiani, almeno, perché l’idea del sangue sparso per la fede non è purtroppo ancora morta.
 

Professoressa Anna Foa

Anna Foa ha insegnato storia moderna all’Università “La Sapienza” di Roma.
Si è occupata principalmente di storia sociale e culturale della prima età moderna, di storia dell’Inquisizione, di storia degli ebrei. Tra i suoi libri: Ebrei in Europa dalla Peste Nera all’Emancipazione (Laterza 1992), Giordano Bruno (Il Mulino 1998), Eretici, storie di streghe, ebrei e convertiti (Il Mulino 2004),
Diaspora. Storia degli ebrei nel Novecento (Laterza 2009), Portico d’Ottavia 13. Una casa del ghetto nel lungo inverno del 1943, Laterza 2013, Andar per ghetti e giudecche, Il Mulino 2014, La famiglia F., Laterza 2018, Andar per luoghi di confino, Il Mulino 2018. Ha pubblicato per Laterza, insieme ad Anna Bravo e Lucetta Scaraffia, un manuale di storia per le scuole superiori, I nuovi fili della memoria. Uomini e donne nella storia. Partecipa spesso a trasmissioni televisive e radiofoniche sui temi di suo studio.
 

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