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Gio 21 aprile: La Prof. Concetta D‘Angeli terrà una conferenza su Elsa Morante

La Prof. Concetta D‘Angeli, nell‘ambito del ciclo ’Le donne sulle donne' terrà una conferenza su Elsa Morante

Elsa Morante, amata e sconosciuta

L’incontro si terrà in modalità telematica sulla piattaforma Zoom  al seguente indirizzo:

https://us02web.zoom.us/j/89052525171?pwd=ZE5rUTNWUTlSR01CamNWdTA1UUhzZz09

ID riunione: 890 5252 5171

Passcode: 431066

e sarà consultabile anche sul canale YouTube dell’associazione il giorno seguente

"La mia scelta di un titolo così provocatoriamente ossimorico si riferisce all’accoglienza che l’opera di Elsa Morante (Roma, 18 agosto 1912 - Roma, 25 novembre 1985) ha avuto sia da parte del pubblico generico sia, in larga misura, da parte degli “addetti ai lavori”: una sorte, la sua, che in qualche modo continua tuttora. La scarsa considerazione in cui Morante è stata tenuta è comune alla maggior parte delle scrittrici italiane sue coetanee, per non parlare delle precedenti; e si basa sulla discriminazione aprioristica che, essendo donne, stanno tutte in serie B; sono scrittrici, non scrittori. Morante reagisce a quest’andazzo con una scelta linguistica che è un’esplicita polemica: “Mi chiamo Elsa Morante. Italiana. Di professione, poeta”, dichiarò nell’esprimere solidarietà ad Aldo Braibanti, condannato a 4 anni di prigione per plagio, nel 1968. La polemica sta tutta in quel rovesciamento espressivo: definirsi poeta, e non poetessa! È una protesta orgogliosa, che anticipa l’attuale dibattito sulla questione dei generi grammaticali.

Alla discriminazione collettiva verso le donne che scrivono s’aggiunse per lei l’aggravante d’essere moglie di Alberto Moravia (si sposarono nell’aprile 1941; si separarono abbastanza presto ma non divorziarono mai); il che la rese a lungo invisibile.

Nella mia relazione accennerò alla vita di Elsa Morante, soprattutto per le parti che interferiscono con la sua opera; descriverò gli ambienti culturali che frequentò, il suo impegno politico, le polemiche che la presero a bersaglio, il rapporto con Natalia Ginzburg e quello, complesso, con Pasolini; e lo farò sempre facendo riferimento alle sue opere maggiori: Menzogna e Sortilegio (1948), ricca di elementi autobiografici e programmatici; L’isola di Arturo (1957), lucida e profonda analisi della psicologia adolescente; Il Mondo salvato dai ragazzini (1968), importante per lo sperimentalismo e la multiformità dei generi letterari adottati; La Storia (1974), miccia per una delle più virulente polemiche politico-letterarie del secondo Novecento; Aracoeli (1982), l’ultimo romanzo, detestato, con poche eccezioni, sia dalla critica sia dal pubblico."

Concetta D’Angeli